10 gare nella notte NBA: ci concentriamo sulla sconfitta di Golden State a Memphis, poi sugli Italiani e altri record dai grandi campioni NBA.

FEDEX FORUM, MEMPHIS. GS WARRIORS 89 – MEMPHIS GRIZZLIES 110
Dal punto di vista dei numeri si affrontavano il terzo migliore (GS) e il terzo peggiore attacco (MEM) per produttività su 100 possessi (115 pti vs 99). Memphis è però una squadra del tutto particolare. E’ la sola ad avere un attacco sotto i 100 pti di media nella PO Picture della Western Conference. Ce ne è una anche ad Est, sono i Pistons, ma Detroit è attualmente a 99.9 di media e oscilla continuamente tra sopra e sotto i 100, mentre i Grizzlies sono sempre sotto al centello per partita. Hanno anche una signora difesa, prima ad Ovest seconda assoluta (sempre i Pistons). Sono allenati da David Fizdale, che, tra gli allenatori NBA, è senza ombra di dubbio quello che ha il look più da duro e da cattivo, tanto che la sua faccia non sfigurerebbe in una serie tipo The Shield o Breaking Bad. Quello di stanotte si presentava come un confronto tra la metafisica pallacanestro dei Californiani, e il basket sangue-lacrime-sudore-infortuni dei Grizzlies. A Memphis infatti mancavano il sempreinfortunato Chandler Parsons e Mike figlio di Mike, un altro che a guai fisici non sta messo benissimo. Conley infatti ha mancato quasi tutta la scorsa stagione, e questa notte è arrivato alla sesta assenza consecutiva: però, senza lui, la squadra ha reagito benissimo ed è volata ad un 5-0 che pareva destinato ad infrangersi vs gli Warriors. Invece.. Per spiegare la sconfitta di GS dobbiamo incredibilmente iniziare da un’assenza. Non KD, non Steph o Klay: Zaza Pachulia. Messo a riposo per un doppio risentimento a polso e tendine d’Achille, il Georgiano si è rivelato molto più difficile da rimpiazzare dell’altro Warrior assente: Iggy. Il posto di Zaza è stato rpeso in quintetto dal brasiliano Varejao (maluccio), durante la gara è stato sostituito prima da Javale McGee (che non ha fatto Shaqtins particolari, ma è un giocatore mediocre e un uomo con evidenti problemi di concentrazione) e infine dai poveri resti di David West (inguardabile), che sono stati ripetutamente dissacrati da uno che giovane certo non è: Zach Randolph. Il buco in mezzo, dunque, primo problema di GS, anche perché ad inizio stagione coach Kerr non pare intenzionato a spendere troppo Dray-G da centro (anche se ha ripetutamente marcato Gasol). Secondo problema: concentrazione. Molto scarsa fin da subito, e sfociata in un numero onirico di palle perse: 23 alla fine. I turnovers hanno tolto a GS il proprio attacco fotonico (solo 77 tiri totali) e hanno guarito, nutrendo il contropiede, l’attacco così-così dei Grizzlies (87 tiri, e conto pari a 10 tra perse e recuperate). La parentesi di Randolph in campo contro West e Gasol in panchina a riposare tanto di lui non c’era eccessivo bisogno ha segnato la aprtita tra metà del primo e metà del secondo quarto. Il resto è stata gestione del vantaggio da parte dei Grizzlies, che stanotte si sono presi il gusto di arrivare a 110 portando 7 giocatori in doppia cifra. Gasol a 18 ha abbassato la media che nelle ultime 3 gare lo aveva visto realizzare 90. Oltre a lui segnaliamo Randolph (14 in 21 mins facilissimi), Tony Allen che ha addirittura segnato da 3 (1/1) e ancora più incredibilmente fatto percorso netto ai liberi (4/4, lui che ha il 65% in carriera), e soprattutto uno dei nostri mirtilli scovati anni fa nel bosco NBA: JaMychal Green 14+10, era un elicotterone e basta ed ora riesce a fare 2/2 dall’arco. Sempre in tema di mirtilli, oltre a KD l’unico decente per GS è stato Ian Clark (10-3-2 con 5/9). Sia chiaro: nessun allarmismo, ma chi l’avrebbe mai detto che Steve Kerr sarebbe stato costretto a cantare malinconicamente “Dove sta Zazà”….beh noi sì, controllate il Power Ranking prestagionale.

Prima di chiudere, altre notizie. Cominciamo con due record. Il primo di Chris Paul: unico giocatore ad avere 20 punti, 20 assists e 0 perse; record ottenuto però contro il peggio della NBA attuale, ovvero i Pelicans SENZA il Monociglio. Il secondo record è un altro di quelli che LBJ stabilirà con frequenza sempre più intensa nelle prossime settimane-mesi-stagioni: primo giocatore a toccare 27000-7000-7000.
Erano in campo sia Gallinari che Belinelli stanotte. Il primo ha avuto 21-6-3 nella W ad Orlando dei Nuggets, in cui piano piano sta resuscitando Kenneth LaBestia Faried; Belinelli (15+1) si è invece scontrato (concedendogli anche due and1) contro LeBron (44-9-10 con 3 rec): gli Hornets hanno perso la gara, e anche per due o tre partite Kemba Walker (contusione ginocchio vs ginocchio contro James, ma Kemba ha avuto la peggio mentre LBJ volava a canestro).