Tempo di Free-Agency nella NBA, di scambi, acquisizioni, contratti veri o solo rumoreggiati.

La massa di info che giunge dal basket pro USA è enorme, e, almeno per quel che riguarda l‘Italia, spesso trattata con comica approssimazione, come fosse calciomercato. Ecco perché, pur andando contro la convenienza dell’essere tra i pochi ad avere conoscenze adeguate rispetto il funzionamento delle regole salariali NBA, abbiamo pensato di redarre questa piccola guida. Abbiamo cercato una certa snellezza espositiva e semplicità di concetti, ma NON è un “Salary Cap for Dummies”, anzi: il contrario.

 

Quel che le squadre possono pagare ai propri giocatori si regge su due pilastri che determinano tutto il resto.

Il Collective Bargaining Agreement (CBA, contratto collettivo per i giocatori) e il Basketball-Related Income (BRI, quel che le Franchigie e i loro proprietari guadagnano dal basket). Il CBA stabilisce che ai giocatori deve andare un parte fissa del BRI. I guadagni relativi al basket vengono catalogati in 26 tipologie: contratto TV, biglietteria, gadgets, ma anche scommesse legali, FantaNBA ufficiali, parcheggi; ad essi si aggiunge ogni altro tipo di guadagno legato al basket non formalizzato dal CBA, ma valido solo in alcuni anni o zone degli USA, purchè la franchigia NBA abbia partecipato a quel modello di impresa per non meno del 50%. Il famoso Salary Cap, ovvero il tetto massimo salariale che ogni franchigia può spendere per gli stipendi dei giocatori, deriva appunto dall’entità del BRI, che ha ricevuto enorme spinta dal recente contratto televisivo (e anche dall’accordo con il quale la marca sportiva col baffo ha sostituito quella delle 3 striscette parallele).

La percentuale del BRI destinata alla definizione del Salary Cap è minimo del 44.74%: la cifra ottenuta viene divisa per 30, e quello è il numero che definisce il monte stipendi. In realtà, alla prova dei fatti, ai giocatori finisce in tasca il 50% di quella cifra. Esempio: BRI 2017/18 = 5318 Billioni di $$, ai giocatori 2659 BB$$; proiezione 2018/19: 5557 e 2785; proiezione 2024: 6926 e 3468.

Il Salary Cap NBA è detto “soft” (al contrario di quello NFL, rigido) perché non solo cambia o può cambiare anno per anno, ma soprattutto perché prevede diverse eccezioni (exceptions) che permettono alle società di sforare dal tetto massimo, a certe condizioni e con certe ricadute; lo scopo del soft cap è permettere alle squadre di tenersi i giocatori migliori. Esiste anche un Salary-Floor, ovvero un minimo che le franchigie sono obbligate a spendere: per il 2018-19 il Cap è 101 MM$$, il Floor 89; se una franchigia spende solo 80, deve comunque sganciare i 9 MM rimanenti: non direttamente ai propri giocatori, ma al Sindacato dei Giocatori, che li redistribuisce.

L’argomento più “caldo” riguardo il tetto salariale è ovviamente quello del poterlo/doverlo sforare e la conseguente “trappola” della Luxury Tax. Il nome è chiaro in se stesso: la tassa punisce i ricchi senza dare ai poveri. La LT colpisce in modo progressivo e storico. Perchè storico: tiene conto degli anni consecutivi in cui una franchigia sfora il Salary Cap; gli “eversori seriali” sono chiamati “repeat offenders”: più anni offendono, più severa la tassa. E’ progressiva perché costa di base 1.5 dollari per ogni dollaro “sforato” da 0 a 5 MM oltre il Cap, per salire fino a 3.75 dollari per ogni dollaro se il Cap è violato di 20-25 MM, e da lì si aggiunge mezzo dollaro per ogni scaglione di 5MM. Se una franchigia è oltre il Cap di 12MM, allora pagherà tre scaglioni di multa: 0-5, 6-10, e i 2 MM oltre i 10, quindi: 7.5 (1.5 su 1 x 5) + 8.75 (1.75 su 1 x 5) + 5 (2.50 su 1 x 2) = 21,25 MM.

In un momento storico in cui prevale la tendenza ad avere BigThree (3 Stelle a roster) o addirittura SuperTeams (4 o più Stelle a Roster come nel caso di Golden State che ha firmato Cousins) è ovvio che l’argomento Luxury Tax sia ancora più importante, e più importanti dunque le exceptions che permettono alle franchigie di tenere il proprio monte salari il più controllato possibile. Le diverse tipologie di contratto per i giocatori NBA,  e le relative exceptions, saranno l’oggetto della prossima puntata.