Si prevede bollente l’ultimo consiglio federale prima delle vacanze, quello di venerdì 18 che dovrà procedere all’esclusione o alla radiazione della Mens Sana Basket, perché si tratta di due “cose” diverse che potrebbero determinare futuri sviluppi, ad esempio la richiesta di cancellazione dei titoli sportivi della Mens Sana Basket del settennio sotto la lente d’ingrandimento della GdF e della Procura di Siena che non hanno ancora chiuso le indagini…

Il provvedimento dovrà essere corredato dal relativo dispositivo. Il fatto oggettivo certo, per la Fip, è che il 9 luglio la Mens Sana Basket non si è iscritta e non ha presentato la tassa d’iscrizione e inoltre sarebbe morosa di multe per alcune decine di migliaia di euro. Siena ha pagato i giocatori e adempiuto agli altri obblighi, ma con un buco di bilancio di 5,4 milioni e multe per evasione fiscale di 17 milioni di euro e quindi in teoria doveva ricapitalizzare il debito e presentare garanzie tre 3 volte superiore al passivo, cioè 50 milioni di euro.

 E’ anche vero che il Tribunale fallimentare ha dichiarato fallita (“per debito abnorme”) l’8 luglio la società costituita nel ’93 nominando un curatore fallimentare, lo studio del dottor Marco Lombardi di Firenze, al quale spetta il compito di accertare le poste attive e passive per tacitare tutti quei creditori che si iscriveranno nell’albo entro il 26 settembre.

La prima società avente diritto, cioè la 16esima squadra, è Capo d’Orlando che ha inviato nei termini l’iscrizione e avrà tempo 5 giorni per fornire alla Fip la documentazione che sarà vagliata dalla Comtec, e che prevede la tassa di servizio di 250 mila cash (bonifico bancario o mav) per la riconversione da società dilettantistica a società professionistica e 300 mila di fidejussione bancaria.

 Dicono che Capo d’Orlando abbia anche piccole pendenze, si tratta di 30 mila euro. Nel caso che il club siciliano non riesca a mettere sul tavolo quanto previsto dalle norme, verrebbe escluso e il diritto passerebbe alla Tezenis Verona terza classificata che ha formalizzato l’iscrizione sub-judice.

Il caso Siena è ingarbugliato, non ha precedenti nella storia del basket, sembra per questo che il provvedimento non escluda l’impugnazione da parte dal curatore fallimentare, per recuperare alcune somme utili a tacitare i creditori, ad esempio la tassa versata al momento dell’iscrizione, idem quella di Euroleague versata in Lussemburgo e le quote dei NAS, cioè i diritti sui cartellini dei giocatori di propria produzione che in altri casi la Fip ha incamerato.

Questi sono gli elementi sui quali ragionare: 1) Il club riesce a iscriversi nel campionato 2012-2013 e quello successivo grazie agli 8 milioni di euro della cessione del marchio alla srl riminese di Stefano Sammarini che rientrano grazie a un mutuo accesso col Monte dei Paschi che detiene le azioni a garanzia; 2) a dicembre 2012 scatta una perquisizione nelle abitazioni e negli uffici del presidente Minucci, della segretaria, dei titolari della Essedue Promotion con un sequestro di documenti e 1 milione e 250 contanti al Minucci; 3) L’anno successivo un’altra perquisizione provoca un rimpasto delle cariche, il presidente diventa il notaio Lazzeroni, Minucci torna nel ruolo di gm; 4) si avvertono difficoltà economiche e ai primi di dicembre Daniel Hackett viene venduto a Milano, transazione che permette di finire la stagione; 5) L’8 febbraio Minucci viene nominato su proposta di Milano, Cantù e Sassari presidente di Legabasket con un compenso di 210 mila euro, più un bonus di 40.000 per tre anni a partire dal 30 giugno; 6) il 21 febbraio l’assemblea dei soci boccia il bilancio, la Polisportiva azionista di maggioranza della Mens Sana Basket con l’87% nomina come liquidatore fallimentare il senese dott. Egidio Bianchi, si astiene l’azionista forte (Fises, Finanziaria senese di sviluppo partecipata da Comune, Provincia, Fondazione e Camera di Commercio); 7) il 27 febbraio Minucci lascia il club, con un comunicato di ringraziamento da parte della Polisportiva e prendono atto della sua disponibilità a rimanere vicino alla società; 8) L’Operazione TIME OUT raggiunge l’’acme con l’arresto a Bologna di Minucci, la segretaria Olga Finetti, i riminesi Stefano Sammarini e Nicola Lombardini, tutti obbligati ai domiciliari.I legali di Minucci impugnano il provvedimento e le misure cautelari vengono alleggerite con l’obbligo di dimora a Siena. Seguono sequestri preventivi (bene mobili, immobili, contanti, titoli) per euro 9.835.479 di Ferdinando Minucci e Olga Finetti, e 4.045.933 a Stefano Sammarini, Nicola Lombardini e Alessandro Terenzi che provvedono a trasformare fatture in contati, con percentuali di spartizioni che vanno dal 5% al 18%, per un 30% totale che va a depauperare anno dopo anno il capitale sociale. Cominciano gli interrogatori degli indagati per reati che vanno dall’associazione per delinquere a bancarotta fraudolenta, falsa informazione societaria , fatturazioni fasulle ed evasione fiscale e favoreggiamento all’evasione degli atleti (Jacopo Minghetti), Minucci si dimette con una lettera da presidente di Lega e recentemente consegna ai suoi avvocati un’altra lettera in cui afferma “Proprio la crisi della banca ma soprattutto il suo cambio repentino del nuovo management senza preavviso e contravvenendo agli impegni assunti e non solo scritti hanno contribuito in maniera determinante a causare purtroppo quello che è avvenuto. Mi assumo le responsabilità per essermi adeguato a un sistema che nel mondo professionistico è ben conosciuto, noto all’interno della MSB”; 9) La Polisportiva Mens Sana crea una nuova società e chiede l’iscrizione alla Serie B che il Consiglio Federale deve ratificare.

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