Potremmo sbagliarci, non solo la Mens Sana Basket non ha ancora perso il suo scudetto ma diciamo che vivendo a Siena nelle ultime 48 ore

“si son viste cose che…”. Cose che potrebbero essere solo un tentativo di salvataggio, ma per i senesi che nell’iperbole del Palio non hanno regola, ci credono, è in atto un salvataggio – e magari anche a buon mercato, come vedremo… – della società più titolata del Terzo Millennio. La società finita da due anni nel mirino dalla Guardia di Finanza e della Procura senese, con i maggiori quatto indagati arrestati e attualmente sottoposti a provvedimento cautelare che, da voci raccolte, sembrano però voler collaborare col dottor Antonino Nastasi e anche questo potrebbe essere utile a questa trama del lieto fine.

L’udienza di lunedì 9 giugno davanti al giudice del Tribunale Fallimentare di Siena Marianna Serrao è finita, come voleva il liquidatore – che potrebbe venerdì 13 giugno diventare il presidente o direttore generale –ponte di Lega – e di cui avevamo dato conto nelle anticipazioni di sabato: la riunione della camera di consiglio che dovrà decidere sulla sorte della Mens Sana Basket SpA è rinviata al 4 luglio. Sarà il giorno dell’Indipendent Day anche per Siena? Si va dunque a dopo lo scudetto, c’è ancora un mese, una storia lunga quando anche un solo giorno può valere una vita. Possono ancora succedere tante cose in una città come questa, dove il vizio può diventare virtù. Semplificando gli astri stanno muovendosi per ottenere un concordato fallimentare che permetterebbe al club di restare in Serie A e a tutte le altre parti in commedia di accontentarsi, avere qualcosa e poter dire con un sospiro: “Meglio poco che niente…”.

La decisione del Tribunale Fallimentare è quel che volevano gli zelanti e informati tifosi senesi che domenica durante la partita con Roma hanno esposto un lenzuolo ripreso in Tv per far sapere che “l’ultima speranza” veniva lunedì dal tribunale. E così è stato. Verificato che la Federazione, fin da quando è scoppiato il bubbone, non ha voluto infierire spingendo sugli organi di controllo come fanno altri gestori di campionati sportivi, preferendo la tranquilla ragion di stato che vale in Italia ad ogni livello e per ogni situazione.

Il cartello dei tifosi potrebbe essere parte di una regia (smart o solo teatrale?) e inoltre mentre si discuteva in Tribunale del rinvio, nelle stesse ore, avanzava un’altra trovata mediatica. Con perfetto timing usciva allo scoperto annunciando una sponsorizzazione un non meglio identificato Internet Server Provider nazionale con sede a Siena (Digital Telecommunications Services) col marchio “ReteIVO” dando scontato un futuro importante e soprattutto la permanenza della squadra in Serie A, alla faccia della Magistratura, della Guardia di Finanza, degli ordinamenti e della logica. “La Mens Sana Basket che attualmente sta disputando i Play Off scudetto, è già in procinto – questo l’annuncio in grande stile – di organizzare la nuova campagna acquisti per affrontare la prossima stagione da protagonista”. Dopo la fuga in avanti, passate un paio d’ore, probabilmente si è capito che si era esagerato col buon senso e un secondo comunicato ridimensionava la sponsorship e senza parlare di cifre che “ReteIVO è sponsor tecnologico della Mens Sana Basket Siena per la serie finale play off del campionato di Serie A”.

E’ chiaro che a Siena non si danno per vinti, è successo così anche nel duro assedio dei fiorentini, fa parte della loro turbolenta storia trovare situazioni dalle quali uscire sempre con fantasia e minori perdite. Sperano che le imprese della squadra, il miglior manifesto di questa battaglia un po’ donchisciottesca, proseguano con l’Armani e magari in caso di scudetto ringrazieranno anche Minucci per la cessione di Hackett che ha assicurato con la generosità di Armani la copertura delle spese per finire la stagione e in cambio un giocatore che in questo momento è il MVP della stagione. Parliamo, per la serie che l’Armani alla fine ne azzecca assai poche, di Marquez Haynes. Inoltre, altro must, rispetto alle formazioni minuccian-pianigianesche degli altri anni questo manipolo che ha giocatori da 100 mila euro di contratto, non suscita più antipatie e polemiche, anzi piace a tutta Italia, è guidata da un ottimo allenatore (Marco Crespi) arrivato nel pieno della maturità.

Valutato tutto questo strano movimento degli astri, chiamiamoli così, potrebbe anche non essere più necessario quindi cercare il “cavaliere bianco” (che una volta si chiamava Zio d’America) disposto ad andare dal giudice e versare una fidejussione 23 milioni, somma debitoria per i 5,4 milioni di passivo di gestione e i 16 milioni di evasione accertati dalla Guardia di Finanza e diventati 17 per l’Agenzia delle Entrate.

E se andasse a finire, peraltro come già vaticinavano dalla Federbasket mesi fa alle prime avvisaglie dell’indagine TIME OUT quando si parlava solo di maxi-multe, che l’Agenzia delle Entrate vuole i soldi e il più possibile e subito, e se non ci sono per il fallimento, si accontenta di quel che c’è e la pratica è chiusa. L’ordinamento attuale del nostro fisco è paradossale: se tu non paghi una multa, ti sequestrano l’abitazione ma puoi fare debiti per milioni nel nome dello sport e se la tua società fallisce ai creditori, e anche ai dipendenti, non resta che mettersi il cuore in pace.

Comunque, per semplificare per uscire dal cul de sac, si può trovare un esperto di salvataggi all’americana, meglio se opera anche come broker, può portare investitori, e con 4 milioni la partita si potrebbe chiudere. Non dovrebbe essere difficile trovare una cordata con una sottoscrizione locale e qualche sponsor per 2,5 milioni per tacitare i creditori e magari un milione in contanti per l’Agenzia delle Entrate, giusto per il disturbo, e il resto sono quei 14 milioni di beni sequestrati dalla Guardia di Finanza agli indagati in occasione delle due perquisizioni, 1.1250.000 di euro in contanti, preziosi, tre auto, terreni, case, la barca e altre attività. Ma è sempre usato, anche se di lusso, quando si vende, e tutto vale la metà se va bene.

Forse tutto questo sembra una favola, ma nell’ Italia del “passata la festa gabbato lo santo” dove comunque qualcuno il suo mestiere lo fa con coscienza e senso civile, ci potrebbe stare anche questo finale. Perché tutti avrebbero qualcosa, salvo Minucci e gli altri maggiori indagati. Siena avrebbe ancora la squadra in A e magari il nono scudetto e il giocatore più bravo del campionato (Marquez Haynes), il Tribunale fallimentare risolverebbe ipso facto una questione rognosa, gli sponsor potrebbero fare affari a Siena e anche – torniamo all’Italian Way – godere dell’esenzione fiscale concessa dalla Legge Mammì da ben 30 anni, “per aiutare lo sport e controllare le aziende” come postulava il ministro repubblicano che ebbe la “scellerata” pensata. Perché si è dimostrato che lo sport diventa secondario rispetto agli interessi, soprattutto si ragiona più a trovare un buono sponsor che a lanciare i giocatori. Non gli parrebbe vero anche alla Federazione di chiudere il tormentone, Petrucci ha cose più importanti, come la Tv, e il liquidatore, il tarantino-senese Egidio Bianchi, classe ’60, potrebbe addirittura essere l’uomo giusto per traghettare la Lega. Entrato diacono potrebbe uscire cardinale.

Difatti il suo caso s’intreccia con l’assemblea di Lega del giorno 13, come volevasi dimostrare e abbiamo scritto, la riunione per l’elezione del presidente è stata fissata proprio il giorno in cui Villalta aveva dichiarato l’indisponibilità. Lui aveva proposto l’anticipo o il posticipo. Niente, staremo a vedere se il giorno 13 di venerdì, per la cabala non è sempre un numero fortunato.

Lo statuto consente ai club di andare all’elezione un mese dopo la scadenza del mandato del presidente in carica, Valentino Renzi, che lascia il 30 giugno, e quindi ci sarebbe tempo al 30 luglio. Ma Petrucci pretende subito il presidente, deve partire per le vacanze? La Convenzione è scaduta un anno fa, all’inizio del mandato ha fatto un regalino di 700-800 mila euro ai club con la scusa di incentivare i giovani. Adesso è scocciato, è probabile che forzi la situazione per avere subito un interlocutore e riempire parte della televisione che costerà 2,5 milioni e si accoppia a uno sport, il tennis, totalmente estraneo alle logiche del basket, con indici d’ascolto che oscillano dai 13 ai 20 mila, contro i 250 mila del basket quando c’è Milano in una solo gara. Quindi gli servono i diritti della A, anche se ripiegherà su quelli della Lega Nazionale Pallacanestro che zitti zitti fanno numeri maggiori di Supertennis.

La terna che ha voluto Minucci votato con 14 voti su 16, parliamo di Proli, Sardara e Cremascoli, sarebbe orientata su Marino presidente-neofita di Brindisi e proprietario di rivendite di auto del quale uno dice: “E’ nel basket da tre giorni, per questo è l’uomo giusto”. Del resto si racconta che uno della terna, che in questo momento detta la politica, per il primo anno chiedeva al vicino perché alcuni canestri valevano due punti e altri tre… L’altro schieramento si indirizza sull’imprenditore reggiano Landi (industria meccanica) e col general manager della sua squadra.

Villlata che non affiderà ad altri il suo voto si è levato in ben due occasioni a segnalare che la stima non manca, ma non si va da nessuna parte a mettere un presidente legato a una società, ha detto che Veltroni sarebbe disponibile e magari anche Enrico Letta che ha giocato a basket. Ci pensate, ad esempio, mi soffiano all’orecchio se un presidente di società può avere accesso ai contratti depositati in Lega, che vantaggio sarebbe? Comunque servono 2/3 dei voti, cioè 11 voti e un uccellino ci racconta che Milano e i suoi alleati se Marino non passa, andrebbero su Egidio Bianchi per una gestione – ponte di carattere tecnico.

In fondo, anche al basket conviene mettere una pietra sopra a tutta questa storia. C’è ancora da però da ricostruire alcuni passaggi. Dunque l’8 febbraio, quando già l’indagine TIME OUT, è ormai al culmine della prima fase con perquisizioni e sequestri a Minucci e a chi collaborava con lui ella gestione amministrativa e tecnica, Legabasket vota Minucci. Solo 13 giorni dopo, il 21, il bilancio viene bocciato, il buco di gestione è di 5,4 milioni più 16 milioni per evasione fiscale. Nell’infuocata assemblea viene deliberato il default, il presidente della Polisportiva Ricci propone come liquidatore Egidio Bianchi, commercialista (e tesserato Fip come direttore sportivo della Virtus Siena). Partono le denunce degli azionisti infuriati, ma l’8 aprile è la Procura a chiedere il fallimento, se non l’ha fatto subito la Polisportiva è perché a loro non conveniva come azionista di maggioranza all’87%. La Fises, che nel frattempo è andata dal 40% all’11% delle azioni per non aver sottoscritto l’ultimo l’aumento di capitale 3 anni fa, irritata dalle convocazioni-lampo alle assemblee si astiene dal votare Bianchi. C’è una frattura.

Strano, il credit a Minucci l’ha dato per primo a metà anni novanta Piero Ricci il direttore della Finanziaria di Sviluppo Senese (Fises) che poi è diventato presidente della Polisportiva e anche il direttore degli industriali. Una sua invenzione il Minucci, anche se avrebbe confidato di non riuscire più a gestirlo quando Minucci è diventato grande amico di Mussari e sono cominciati i voli pindarici.

Comunque si parla in queste ore anche di una uscita di Ricci dalla Polisportiva, in effetti ha abbozzato troppo, ma chi poteva andare contro Mussari per il quale nei giorni scorsi il pm ha chiesto sette anni di carcere? La botta è stata grande, anche economicamente, ci sono due impianti che costano come manutenzione e senza basket sono un lusso, ci sono anche 14 dipendenti. Alla Fip però questa favola appare inverosimile, dice che in caso di concordato si può arrivare al 60 per cento, ma a 30 scatta un’inchiesta. E aggiungono che è arrivata una richiesta per la serie B, il massimo che la Federazione può concedere. Esclude tassativamente sorprese, le iscrizioni chiudono il 1° luglio, “il 4 luglio è troppo tardi, non sono possibili deroghe, altrimenti verrebbe a mancare la certezza del diritto, e altri, come Capo d’Orlando, ricorderebbero il torto fatto a loro”. Allora, tutti questi segnali? Il rinvio, le voci di concordato, l’attivismo del liquidatore che prima si trincera nel riserbo, e poi si a intervistare alle Tv, lo sponsor grosso che diventa una pecetta per lucrare sulla visibilità che assicura una finale in Tv? Potrebbe essere una messinscena, giusto per placare le acque, in fondo poi aiuta il palio del 2 luglio e il 4 molti saranno già in vacanza fra un palio e l’altro, come è costume dei senesi.

Siena si vantava del suo meraviglioso “groviglio armonioso”, le opposte affinità che alchemicaente si fondono, per cui non esiste più il nord e il sud, la sinistra e la destra, il diavolo e l’acquasanta, tutto, anche cultura, morale, religione, affari, diventa un brodo di giuggiole al quale attingere le labbra, per te e agli amici. Quando vuoi, senza prezzo, senza, l’incontinenza al potere.

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