Sulla falsariga della prima nota, e quindi ripetendomi nello squallido calembours tecnico-sportivo, per proseguire la storia (a volte preistoria) dei palazzetti che ospiteranno i playoff di serie A. Avevamo chiacchierato sui pro e contro degli impianti milanesi e senesi, adesso, in rigoroso ordine finale della regular season è il turno di chi segue: Cantù e Sassari.

Parlare del Pianella, impianto situato a Cucciago, nei pressi di Cantù è come parlare con una vecchia signora, molto segnata dal tempo ma comunque affascinante. E’ assolutamente e completamente provvisorio…Nato nel 1974 come sede provvisoria della Pallacanestro Cantù per la capienza ormai insufficiente del vecchio PalaParini di Cantù, continua, nonostante i diversi tentativi di costruzione di un nuovo palazzo, ad essere la sede obbligata per il basket brianzolo.

Paradossalmente, nonostante i muri in lamiera che in caso di pioggia fanno un frastuono terribile e cacciano un caldo atroce col sole e le tribune perennemente prefabbricate che traballano e vibrano a seconda del tifo, è un impianto che televisivamente è funzionale. L’angolo delle telecamere principali è giusto: ne troppo alte ne troppo basse e la luce è abbastanza omogenea. I problemi sono per le telecamere in campo, spesso mal tollerate dal tifo organizzato, particolarmente “caldo” e per le postazioni di commento che sono state ricavate dai vecchi banchetti inclinati per i giornalisti della carta stampata, troppo corti per le apparecchiature e i monitor. Soprattutto sono posizionate sul fronte opposto delle telecamere, cosa che costringe a esercizi di stretching per i cronisti, che, se guardano il monitor vedono il gioco che va in una direzione e quando alzano gli occhi sul campo questo va in quella opposta.

La querelle del nuovo palazzo è annosa come le fabbrica del Duomo e ha probabilmente la stessa, eterna, durata. Ciononostante Cantù è e resta una delle enclave dove il basket è il primo sport, infatti il tifo estremo ne è la conseguenza inevitabile.

Da una delle piazze storiche della pallacanestro italiana ad una Cenerentola cresciuta in fretta, Sassari. Con la guida di Meo Sacchetti, sta diventando la piazza dei miracoli senza andare a Pisa ed è una piazza come tante altre che, provenienti dalla categoria inferiore, sono costrette ad adeguare impianti per essere “a norme”, spesso solo con i numeri e la sicurezza ma non per la visibiiltà. Non è il caso di questo impianto anche se, come tutti gli impianti dove devi inventarti i posti per raggiungere il quorum, vengono sacrificati spazi importanti per altre cose (vedi Tv…).

A proposito di numero, una nota su questo gran parlare di Superbasket tv sulla falsariga di Supertennis tv: i signori che parlano dei numeri e dei costi ricordino una cosa, nel tennis i vari tornei arrivano già bell’e prodotti televisivamente parlando, nel basket, se non cambiano le cose, occorre realizzarli e trasmetterli e i costi non sono proprio bassi se devi riempire un palinsesto di minimo 8 ore…

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