«Mi piacerebbe cantar, una canzone intelligente…» (Cochi e Renato)

Nel senso: mi piacerebbe trattare dei massimi sistemi legati a basket e televisione, luogo  in cui gli argomenti non siano, per l’ennesima volta, la qualità tecnica e non delle partite di campionato, o la poca capacità (volontà?) di promuovere il prodotto basket. Invece siamo ancora qui a magnificare gli ascolti di Milano vs Cantù, derby del basket se ce n’è uno, pari come appeal ad un Inter (o Milan) Juve, con numeri sempre 0 virgola percentuali e a farlo con una qualità video, soprattutto nella prima parte in cui i rossi erano violetti e i volti dei giocatori con un colorito malaticcio.

Intendiamoci,  problemi  tecnici possono averli tutti, soprattutto in una diretta sono dietro l’angolo molto spesso, però devi essere in grado di affrontarli e risolverli: quando si dice ridondanza di mezzi… Vuol dire che per ogni serie di apparecchiature (leggi telecamere, microfoni, replay ecc.) ci deve essere un backup, un ricambio, in modo da poter  sostituire in brevissimo tempo quella difettosa.

Se affronti una diretta senza questa attenzione ai dettagli vai incontro ai marziani in campo e a colori strani in onda. Poi, quando l’intensità emotiva è quella di un derby, vale tutto, come si dice adesso.

Quando da tifoso e non ancora addetto ai lavori guardavo le partite che andavano in onda su una nota tv milanese, queste andavano in onda con delle pubblicità coprenti, per una buona parte dell’immagine: mi ricordo in particolare quando rividi dopo (perché ero sugli spalti a tifare anch’io) la replica della rimonta del -31 contro l’Aris Salonicco, le immagini erano parzialmente oscurate da grafiche pubblicitarie enormi e il logo di stazione che campeggiava nell’altra metà dell’immagine.

 Il senso di tutto questo è che se tifi per una squadra, come dicono da queste parti “piùtost che l’gnent, l’è mej piùtost” (piuttosto che niente è meglio piuttosto), ma , se proponi un prodotto che vuoi che promuova anche il tuo sport, oltre che farlo intravedere, non devi scendere oltre certi limiti. Limiti che anche la celeberrima casalinga di Voghera ormai ha innalzato anche lei: non si accontenta più di immagini purchessia.

Chi ha a casa dei parenti avanti con gli anni può darmi sicuramente ragione: magari non capiscono perché c’è qualcosa che non va, però se ne rendono conto. Poi non parliamo degli appassionati, quelli, giustamente ipercritici, sono in grado di massacrarti anche su dirette apparentemente accettabili, spiegandoti il perché ed il percome…

Quindi, stop alla spending review sui mezzi di produzione, maggiore attenzione nelle persone che ci lavorano, dai tecnici ai giornalisti, più continuità nella promozione facendola mirata sui media più adatti a chi può essere interessato al basket…  E la canzone intelligente?