Due gare su tutte nella notte NBA.

La prima è Sixers vs Cavs (132-130), passaggio di testimone tra l’attuale e quella che potrebbe essere (anche se pochi lo dicono, nessuno in Italia..) la prossima squadra di LeBron James. Oltre al talento abbondante, i Sixers hanno gioventù e, tecnicamente, Ben Simmons (27-15-13, 4 rec), ovvero il solo giocatore al mondo capace di non far giocare MAI James in pg, posizione in cui The ChosenOne pensa di essere fortissimo, ma non lo è: 8 perse anche stanotte, quasi tutte quando pensava di essere Magic. I Cavs sono devoti seguaci della fase offensiva del Gioco, ma stanotte hanno davvero esagerato nello scordarsi di difendere: 78 pti concessi nel primo tempo sono, parametrati a medie decenti, 36 mins di vantaggio lasciati agli avversari. Bisogna riconoscere che, oltre al cattivo atteggiamento difensivo di CLE, i Sixers nel primo half hanno giocato come si diceva del Bologna FC degli anni ’60: solo in Paradiso giocano così. Il riferimento a Bologna non è casuale: Marco Belinelli ha sfornato un’ennesima gran partita (23-2-2, 6/12 da 3), non solo in termini di produzione offensiva, anzi. Il Beli è rimasto in campo anche alla fine, quando Phila (che ancora non ha la consistenza necessaria per gestire grandi vantaggi sotto grande pressione) si è ritrovata con due soli punti di vantaggio (verso la fine del primo tempo erano 30, per andare al riposo a +23). I Cavs, aggrappati a LeBron, mandavano sempre o quasi l’uomo difeso da Belinelli a bloccare per LBJ, in modo da avere sul cambio l’azzurro sul Prescelto: ovviamente Marco ha principalmente subìto, ma non più della media dei difensori NBA, e molto della resistenza Sixers è merito suo. Demerito poi di James (44-11-11) aver sbagliato il secondo di tre liberi concessi per un fallo sciocco quanto dubbio di Covington con meno di 2 secs da giocare. Il dubbio non sta nel fallo ma nel momento: probabilmente era avvenuto prima che James si girasse per il tiro dell’Ave Maria. La gara era importante anche per il seeding della Eastern Conf.: vincendo Phila ha superato i Cavs, ora è terza, quindi sulla strada dei Celtics invece che dei Raptors; che sia un bene è da vedere, resta il fatto che i giovani 76ers e il loro totem Simmons hanno compiuto uno dei passi fondamentali nella crescita di ogni squadra: gli psicologi lo chiamano “divorare il padre”. Ottimo anche JJ Redick (28 con 19 tiri), e gran contributo del Turco Ilyasova (17+11), mentre il Turco di CLE, Osman, ha balbettato al tiro (2/11): solo Jeff Green (33-4-5) è stato all’altezza di James. I Sixers hanno infilato così la W consecutiva numero 13, pareggiando la seconda miglior striscia vincente (1985) in singola stagione della storia della franchigia: la migliore è a quota 14 (1983); ce ne sarebbe un’altra anche più lunga, ma a cavallo tra due stagioni nel 1967.

L’altra gara era Celtics-Bulls (111-104). Il forfait di Irving anche per i PO non ha turbato quello che è oggi il miglior coach NBA: Brad, non Stevens ma Mida. Ogni cosa che tocca diventa oro, complici anche le scelte del GM/CBO Danny Ainge. Uno dei panchinari perenni di BOS è stato tutto l’anno Jabari Bird, compagno a Cal U. di Jaylen Brown (32, career high in 30 mins con 7/10 da 3), in una squadra che aveva 5 su 5 del quintetto pronosticati come giocatori NBA di livello. Solo Brown-Bird-Rabb sono nella NBA, e il gran giocatore è Brown, il meno quotato inizialmente. Riposo per Tatum+Horford, coach Mida ha dato minuti a Bird, che ha risposto con 15-3-3: 30 anni che il cognome Bird non vedeva la doppia cifra dove giocano i Celtics. Altra pepita da Mida: la rinascita dell’Alce. The Moose Monroe era troppo cresciuto per i Cerbiatti a Milwaukee, e, abituato alle foreste, si trovava male in Arizona, dove il sole splende anche quando i Soli fanno schifo. Dopo aver faticato a riprendere ritmo (era al limite dell’inattività da quasi 18 mesi), sta trovando nel sistema-Celtics una nuova primavera, e stanotte ha fatto registrare la seconda tripla doppia della carriera, 19-11-10. Terzo oro: appena firmato con decadale Johnatan Gibson (sì, Brindisi 2012/13), che segnava 34 di media in Cina, lo ha messo in campo per 9 mins in un momento vero della partita vs i Bulls, e quello ha risposto con 3/5 da 3 (tre pizze da Moose) e 2 ass. Tante altre storie in questa sfida BOS-CHI: la doppia espulsione (solo parole) Morris+Portis, tra uno (GemelloMarcus) che non si lascia passare sopra nemmeno da un delinquente armato e uno capace di spaccare letteralmente la faccia a un compagno di squadra (Portis, in ospedale Mirotic), oppure la gioia nel ritrovare uno dei nostri Mirtilli, che avevamo scovato un paio di anni fa nel sottobosco NBA. Nero di Jonkers col nome più Irish che ci sia: Sean Kilpatrick 24 con 5/7 da 3.

Le altre gare: Wizards sconfitti in casa dagli Hawks senza far giocare John Wall. Lo han testato vs i Cavs e, visto il buon esisto, lo hanno rimesso a nanna fino ai PO, presumibilmente; Beal 32-3-3 che non hanno evitato di scivolare all’ottavo posto dell’Est. Malik Monk è in pieno showcase per gli Hornets in queste ultime inutili gare: 26-1-8 per lui (il miracolo sono gli 8 ass..) nei 37 di scarto che CHA ha mollato ai Magic; Dallas perde a Detroit ma mette in scena il rookie Motley (26+12 con 11/19 dal campo); Miami si fa un pisolo al MSG lasciando la W ai Knicks (O’Quinn 14+14, problema-contratto in arrivo); Indiana va a Toronto ma non gioca: solo 73 pti e solo 18 dal quintetto, inguardabili; il Fannulloni vs Diseredati di giornata era Kings-Grizzlies con W esterna di SAC (14-5-6 con 3 rec per Buddy Hield e 12-11-4 con 2 rec e 3 stoppate del citato Ivan Rabb per Memphis); New Orleans e Minnesota vincono entrambe (Minnie con un po’ di tremori inziali), tenendo aperte le loro (buone) chances di PO.